Lasciata la macchina nella piazza di Baone, dalla strada che porta a Valle San Giorgio si raggiunge via Lucerna e si sale lungo un tratto di strada cementata. Si imbocca quindi una carrareccia delimitata da siepi di acero campestre, gelso della Cina, rovi, biancospini e lillà, svoltando poi a sinistra e proseguendo costeggiando un uliveto. Lungo il percorso sulle rocce affioranti di latite si possono notare le tipiche esfoliazioni cipollari, fenomeno di alterazione che si manifesta nelle rocce omogenee esposte agli agenti atmosferici. Si continua fino a un bivio dove, proseguendo a destra tra carpini neri, bagolari, robinie e frassini, si scopre un sottobosco ricco di asparago, olmo da siepe, acero, biancospino, pungitopo e berretta del prete, così chiamata per la caratteristica forma dei frutti. Al bivio successivo si sale a sinistra e si possono osservare olmi, cornioli, aceri e frassini, fino ad una radura. Proseguendo sulla destra si nota che la vegetazione si fa più rada con prevalenza di robinia; dopo un lungo tratto, si incontra la deviazione per i ruderi del castello medievale dei da Baone. Una scalinata in pietra conduce alle sue rovine, che meritano un'attenta visita. Ritornando al sentiero principale, si incontra un bosco di roverella seguito ancora da robinie; più avanti, a fianco della sbarra, troneggiano alcuni bellissimi esemplari di albero di Giuda.
Il sentiero procede in discesa e dopo un lungo tratto, si arriva ai ruderi di casa Bolcato per poi entrare in un bosco più fitto costituito prevalentemente da specie miste e robinia.
Al bivio si svolta a destra, proseguendo si entra in un bosco dove la vegetazione appare più ricca, con la presenza di carpini, alberi di Giuda, rosa di macchia, corniolo, aceri, roverelle, sambuchi, e altre specie. Usciti dal bosco si sbuca nei caratteristici prati aridi chiamati vegri, dove fioriscono la preziosa Ruta patavina e diverse specie di orchidee. La discesa procede e passa in mezzo a un boschetto di roverella con ginepri e carpini neri; si attraversa quindi un suggestivo paesaggio agricolo fino a una carrareccia che porta alla strada d'asfalto; di qui, a sinistra, si torna a Baone.
VEGRO DEL MONTE CECILIA
Il termine vegro descrive un terreno arido, sassoso ed improduttivo di origine sedimentaria formato da un substrato calcareo, soprattutto in scaglia. Un prato arso con copertura erbacea discontinua e cespuglieti di biancospino, ginestra, eccetera.
Nei Colli Euganei, le aree più importanti per estensione si trovano presso le pendici del Monte Cecilia, il versante meridionale del Monte Calbarina, le località Mottolone e Sassonegro.
Per la loro elevata funzione di mantenimento della biodiversità, i "vegri degli Euganei" sono stati riconosciuti a livello comunitario come habitat da tutelare.
Da segnalare le fioriture di orchidee selvatiche appartenenti a diversi generi e, in alcuni di essi, anche per la presenza della Ruta Patavina.