Sorge in località Grompa, un tempo parte integrante del complesso architettonico denominato Villa Grompo detta "Il Paradiso".
Fu il nobiluomo Ubertino Grompo che volle la costruzione della chiesetta, completata dal figlio Rolando, e dedicata alla Beata Vergine ed alla Beata Rantua.
In seguito agli allagamenti della Fossa Lovara (ora Santa Caterina d'Este), l'oratorio cade in rovina. Viene ricostruito e consacrato nei primi anni del '600, sempre a cura della famiglòia Grompo che vi faceva celebrare, a pagamento, una messa nei giorni di precetto e nel giorno di commemorazione dei defunti.
Verso la fine del 1400 l’oratorio, giuspatronato della nobile famiglia Grompo, era in completa rovina, come comprovato dalla visita pastorale del vescovo Callisto de Amadeis, datata 27 ottobre 1536.
Nell’oratorio, che restò di giuspatronato della famiglia Grompo sino alla fine del ‘700, si veneravano le sacre reliquie di S. Emilio martire, munite del sigillo e lettere patenti della curia vescovile.
Nel 1810, nelle proprietà dei Grompo subentrarono i nobili Giovanelli e, nel 1930, il cavalier Cesare Longhi di Milano.
Nel 1989 Gaetano, Marco e Davide Dondena, subentrati nella proprietà, donarono al comune di Villa Estense l’immobile denominato “Oratorio di Santa Rantua”.
Negli anni successivi l’oratorio fu sottoposto ad un restauro conservativo.
L’oratorio si presenta oggi con una facciata di ispirazione classicheggiante e inquartata da lesene con capitelli tuscanici e coronata da una terminazione a timpano triangolare. Sotto il frontone si nota un bel fregio, in stile classico, decorato da triglifi che si alternano a metope.