Una villa della nobiltà veneziana: costruita nella prima metà del XVII secolo in un punto strategico, appena oltre il Bisatto: in campagna ma a due passi dalla città. Forse fatta realizzare dai Cornaro, è venduta agli Zenobio che la rimaneggiano e ampliano, e da loro, alla fine del 1700 agli Albrizzi che ne completano sontuosamente il parco e gli annessi, offrendola oggi in tutta efficienza per vacanze, cerimonie ed eventi.
La villa occupa il grande lotto vicino al Bisatto a occidente della città murata, inaugurando la serie delle ville "fuoriporta" che caratterizzano l'espansione di Este nel XVII e XVIII secolo, ancora oggi perfettamente leggibile.
Come gran parte delle dimore della nobiltà veneziana, la villa è situata lungo il canale Bisatto, navigabile dalla laguna via Brenta e Bacchiglione. Il complesso costruito è rimasto concentrato nella parte più settentrionale del grande lotto disponibile, ancora ingrandito nel XIX secolo.
L'importanza strategica del Canale Bisatto nei secoli "veneziani" di Este è sottolineata dal ruolo di servizio pubblico che viene riconosciuto all'alveo e alle sponde/argini, come si fa oggi con le autostrade.
Di fronte alla Villa, oggi separato dalla via S.Pietro, si può ancora notare l'accesso privato ad una scalinata che scende al Bisatto, chiuso da un piccolo cancello in ferro. Qui sin dal 1600 uno squero serviva a ricoverare le barche. L'approdo è segnalato, nel muretto d'argine, da una pietra incisa con le iniziali della famiglia.
Nel 1783, il matrimonio dell'ultima Zenobio con un Albrizzi, si festeggiò in un nuovo salone, ricco di stucchi e specchiere, costruito come un padiglione a se stante, splendidamente decorato e immerso nel parco accanto alla villa principale. Oggi, perfettamente conservato, è il pezzo forte dell'offerta per le cerimonie e gli eventi.
Dal XVIII secolo l'assetto del complesso edificato non cambia, con la villa articolata in due corpi, il padiglione delle feste e il grande annesso porticato con le barchesse. Invece gli interventi sul verde si susseguono, perfezionando uno dei più bei parchi della città e riducendo progressivamente la parte rurale.
La grande proprietà degli Albrizzi si amplia intorno al 1880, acquisendo anche giardino e broli della scomparsa Villa Bragadin, della quale rimane visibile il monumentale arco d'ingresso che ancora oggi, isolato, si trova lungo Via Augustea.
Le Barchesse sono disposte a "L" confinando a sud e ovest la corte su cui si affaccia la villa e la separano dal parco (e le parti anticamente rurali).
La serra, del tardo XIX secolo, forse disegnata da Jappelli, riprende modelli inglesi alla moda nel periodo.
Sono gli anni in cui i visitatori aristocratici inglesi animano le stazioni turistiche e le città d'arte, e ad Este la villa offre ospitalità a molte personalità, una consuetudine che dura per tutto il 900.
La villa si affaccia sulla corte principale. La recente sistemazione della parte a verde, restaurata insieme all'intero complesso costruito, valorizza il disegno originario e tipico delle ville dell'epoca, che separava con l'architettura degli annessi il giardino dalla parte rustica.
Il viale di grandi alberi è un pezzo forte della villa di pianura, segna la differenza tra piccolo e grande Parco. Qui si può soddisfare chi va cercando la lontananza dalle case, dagli sguardi indiscreti, la romantica solitudine.
La villa ha tratti più urbani che di campagna, che si evidenziano nell'affaccio sulla corte, severo e poco decorato, ma dotato di un profondo portico al piano terreno, oggi arredato con reperti archeologici ritrovati nella tenuta di proprietà.
La serra è disegnata secondo i modelli inglesi dell'ultimo quarto dell'800 e si inserisce perfettamente nel ridisegno del parco operato negli anni precedenti.
La frutta e la verdura che ornavano le tavole degli ospiti della villa erano spesso prodotte in loco, negli orti e nei broli curati dai "villani" alloggiati attorno al nucleo nobile.
Nell'ultimo quarto dell'800 venne ampliato il giardino verso sud, acquisendo la tenuta della scomparsa villa Bragadin. Una parte è rimasta adibita a brolo, mentre nell'intorno della villa è stato ridisegnato il giardino in forme neoclassiche e romantiche, forse da Giuseppe Jappelli, e rimane una parte sistemata all'italiana, ricca di reperti archeologici.