Ita Eng Deu

Via Bomba, 48 Cinto Euganeo 35030

Sentiero Tematico di Archeologia Industriale

Sentiero tematico a tappe sul tracciato del percorso del Monte Cinto
Partenza: Loc. Bomba - Cinto Euganeo
Cava Bomba è il più significativo esempio di archeologia industriale del territorio euganeo; il percorso esterno tra antiche fornaci e frantoi per la pietra ricostruisce il ciclo produttivo della calce in tutte le sue fasi, dalla fine dell'800 a oltre la metà del secolo scorso. E' presente anche la mostra degli attrezzi usati in passato per l'estrazione e la lavorazione dei materiali lapidei (trachite, scaglia e marna) estratti nelle cave euganee. L'attività estrattiva cessò in questo sito nel 1974 quando vennero ritrovati importanti reperti fossili, risalenti a 92 milioni di anni fa, in una porzione di argillite scura al centro del piano di cava. L'area fu in seguito oggetto di interventi mirati, con semina di specie vegetali amanti di climi temperati e terreni calcarei aridi.
Poco sotto la cima del colle, si trova la cava di riolite colonnare, tra le più antiche della zona, utilizzata fin dall'Ottocento per l'estrazione della pietra vulcanica (riolite e trachite), comunemente detta "masegna", impiegata nell'edilizia, nell'architettura, nella pavimentazione di vie e piazze (es. piazza S. Marco a Venezia) e nella costruzione di arginature di fiumi e canali. Il lavoro di cava era molto duro e si suddivideva in tre fasi di lavorazione effettuate dai cavatori, dai tagliatori e dagli scalpellini.
Sulla cima del monte sono visibili le rovine di un'antica fortificazione, di forma ovale e di piccole dimensioni, provvista di cinta muraria e, nella parte meridionale, di un contrafforte. Il piccolo fortilizio era probabilmente collegato ad un secondo castello costruito dove oggi sorge la chiesa di Cinto Euganeo ed ebbe un'importante funzione strategica di controllo sugli accessi dalla pianura all'area occidentale dei Colli. Già esistente nell'anno 1000, come testimonia un documento scritto dallo storico padovano Gloria, il castello tra il XII e il XIII sec. fu di proprietà della famiglia De Lendinara. Occupato da Ezzelino da Romano, nel 1275 passò sotto il controllo del Comune di Padova; nel XIV sec. i Carraresi presero possesso delle fortificazioni di Cinto, Lozzo e Valbona per scongiurare gli attacchi da parte degli Scaligeri su tutta la fascia sud occidentale dei Colli. Sotto la dominazione della Repubblica Veneziana, tra il XV e XVI sec., il castello perse la sua funzione strategica e, a causa della sua posizione isolata ed impervia, venne abbandonato.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, i soldati tedeschi costruirono nell'area alcune trincee, visibili in parte appena sotto la cima, ed utilizzarono le murature come postazione antiaerea. Un aspetto curioso è dato dalla presenza, al centro dell'ovale di cinta, di un antico mortaio in pietra, perfettamente conservato e forse utilizzato all'epoca del brigantaggio per la produzione della polvere da sparo.
Sempre sul Monte Cinto, versante occidentale, presso uno sperone trachitico si apre il cosiddetto Buso dei Briganti, luogo carico di mistero al limite tra storia e leggenda, dove si narra che venissero conservate munizioni e refurtiva; il sito è arricchito dalla presenza di un'interessante vegetazione mediterranea e da un paesaggio di incomparabile fascino.

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Credits

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www.kumbe.it | info@kumbe.it

Fotos:

  • Foto Gabrio: Padova Convention & Visitors Bureau _Foto Gabrio Tomelleri
  • Consorzio DMO: Padova Convention & Visitors Bureau
  • Padova Meraviglia: NOME del FOTOGRAFO (c’è nella foto) servizio Padova Meraviglia
  • Pixabay, Pexels, Unsplash

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