Le odierne mura di quello che fu il Castello degli Este furono ricostruite da Ubertino da Carrara, Signore di Padova, a partire dal 1338, dopo che i Padovani stessi distrussero l'antica cittadella murata medievale.
La cartolina classica di Este presenta solitamente la meraviglia delle mura che cingono un giardino, ai bordi della città, alimentando l'immaginario di un medioevo favoloso e felice.
E' evidente ancora oggi l'effetto sistema delle torri che scandiscono le mura secondo le regole dell'ingegneria militare precedente alle bocche da fuoco: mura alte anche se di ridotto spessore, torri frequenti che consentano di colpire chi voglia salire. Un fossato lungo il lato a valle, derivato dal Bisatto (un tempo ramo dell'Adige chiamato Sirone), rendeva più difficile l'attacco alle mura ed esponeva gli assalitori al tiro dalle torri.
La torre d'angolo (del Soccorso) e le mura merlate appaiono oggi di estrema semplicità e di disegno geometrico puro. Oggi non vediamo una serie di sovrastrutture in legno che dovevano esserci per rendere possibile la difesa: camminamenti al piano delle merlature, scale di accesso, piattaforme mobili e argani per movimentare le attrezzature più pesanti, coperture per difendersi da ciò che cadeva dall'alto.
L'analisi del paramento murario rivela la particolare condizione delle Mura Carraresi, tarde rispetto alle altre difese medioevali italiane e costruite ex novo (1338) in pochi anni e con maestranze di grande abilità. Infatti l'omogeneità della tessitura del muro indica la costruzione coetanea, senza riprese e rattoppi, mentre i rinforzi angolari, sistematici e in evidenza per l'utilizzo dei mattoni indicano la professionalità dei costruttori, forse più abituati a far palazzi che opere militari.