Il punto di partenza più comodo, per la presenza del parcheggio, è situato presso il Santuario; iniziando la passeggiata dal lato destro della chiesa, dove è indicato anche l'accesso alla "Via Crucis", una salita decisa ma non difficile permette di godere di uno splendido panorama sul sito religioso e su tutta la pianura di Abano Terme e Padova.
Seguendo la cresta, il sentiero percorre tratti suggestivi dentro una fitta macchia mediterranea con abbondante presenza di Erica arborea, Corbezzolo, Nespolo, Ligustro e Bagolaro, mista nel tratto sommitale a Roverella e ai primi castagni. In primavera, il sottobosco è ricco di fioriture di Viola canina, Fiordaliso, Silene ciondola e Muscari azzurro. Presso la cima è possibile scorgere il minuto Ipocisto comune, una piantina parassita alta pochi centimetri con fiori giallo-arancione. Nel querceto si osservano esemplari di Rovere e di Quercia di Dalechamps. Il castagneto domina il versante settentrionale; è presente anche qualche esemplare di Pino nero austriaco.
Lungo il percorso si aprono alcune finestre panoramiche tra i rami degli alberi, in particolare verso la pianura a nord, le Prealpi Venete e, nelle giornate terse, le cime dolomitiche.
Nell'area di sosta in cima al colle è presente la croce simbolo della vetta; da qui si scende lungo il versante ovest, con percorso panoramico sui Colli Euganei e che alterna tratti di falsopiano ad altri ripidi e provvisti di scalette su roccia e corrimano. In questo versante, da osservare i vecchi muretti a secco sui terrazzamenti coltivati un tempo dai Frati. Sono inoltre presenti testimonianze della Seconda Guerra Mondiale: un rifugio antiaereo e l'antico chiostro in cui si installò un comando tedesco.
Una curiosità, ai margini del sentiero, è la presenza della "Tana dei Libri", iniziativa nata per permettere la lettura tramite il libero scambio di testi, sviluppatasi prevalentemente all'interno di ambienti naturali, caratterizzati da silenzio e meditazione.
Dopo alcuni tornanti, è possibile raggiungere la strada nei pressi dello scolo Rialto, deviare verso il versante sud fino ad arrivare alla strada vicino ad alcune case, oppure proseguire fino a ricongiungersi con il sentiero che sale dal Santuario, completando l'anello. Dall'accesso nei pressi dello scolo Rialto inizia un comodo percorso che segue tutto il versante nord, fino a costeggiare il bordo di una vecchia cava di riolite, oggi colonizzata da una vegetazione di un certo interesse; a causa dell'asporto di materiale si sono create delle zone a ristagno idrico che ospitano specie tipiche delle zone umide, come il Pulegio, il Centauro e la Graziella. Tra le pietre spuntano il Dente di leone di Leisser e l'Enula cespita. Da qui, è possibile rientrare a Monteortone, oppure deviando in salita sul sentiero, ricongiungersi in prossimità della linea di cresta con la traccia proveniente dal Santuario.
*Curiosità botaniche:
Tra le presenze rare ed interessanti vengono segnalate: Carex distachya, Anogrammma leptophylla, Verbascum phoeniceum, Pulicaria vulgaris, Mentha pulegium, Pilosella piloselloides subsp. praealta, Cytinus hypocistis, Dryopteris cambrensis subsp. insubrica, Fumaria capreolata, Platanthera bifolia, Listera ovata.
Tra le pendici del Colle possiamo incontrare alcune specie fungine considerate rare per la zona euganea come il Suillus luteus, forse il più bel fungo appartenente al Genere Suillus; l'Hygrocybe psittacina e l'Hygrocybe helobia, fungo piccolino dallo smagliante color rosso-scarlatto.
*Testo con informazioni naturalistiche a cura di Rizzieri Masin.
Il Santuario della Madonna della Salute:
La tradizione vuole che nel 1428 al soldato Pietro Falco apparisse qui la Madonna, promettendogli la guarigione di vecchie ferite di guerra alle gambe, grazie all'acqua della vicina fonte. Il soldato guarì e trovò tra i sassi un dipinto su legno che raffigurava la Vergine con Gesù Bambino, affiancata da San Rocco e Sant'Agostino; esso fu collocato in un piccolo oratorio, nel tempo inglobato nell'attuale chiesa. La devozione aumentò per la fine della pestilenza che in quel periodo affliggeva Padova: da allora folle di pellegrini visitano questo luogo. Fra' Simone da Camerino, famoso predicatore, fece costruire la prima chiesa (consacrata nel 1435) con annesso convento e fondò gli Agostiniani della Beata Vergine di Monteortone. Ricostruita e ampliata in seguito a un incendio, su disegno di Pietro Lombardo, essa appare oggi come un imponente tempio a tre navate, a croce latina. Alla destra della facciata si trova una piccola grotta, oggi in muratura, a cui si accede da una scaletta e in cui i pellegrini possono bagnarsi con l'acqua calda della sorgente ritenuta miracolosa. Nelle cappelle che chiudono le due navate laterali si ammirano opere del Bissoni e di Palma il Giovane. Il capolavoro della chiesa è l'abside centrale, con un elaborato catino sovrastato da una volta a crociera, tutto affrescato da Jacopo da Montagnana. Al centro l'altare è intarsiato con marmi policromi del 1683. Attraverso un deambulatorio il pellegrino passa dietro l'altare e vede da vicino l'immagine mariana, ancora oggi al centro di processioni e feste religiose. La chiesa è completata da un elegante campanile in stile gotico con tetto a cuspide. Dopo vari passaggi di proprietà a chiusure forzate il luogo sacro fu riaperto definitivamente al culto a inizio '900 e nel 1925 divenne chiesa parrocchiale. L'ex convento conserva un grande chiostro con al centro una vera da pozzo della fine del '500. L'edificio fu luogo di cura privato, poi istituito dei Salesiani dal 1937 al 1970; oggi è albergo e stabilimento termale San Marco, gestito dalla stessa famiglia religiosa.